Un affetto che sa di antico, un legame dal sapore vagamente letterario, misto di tenerezza e comprensione quello che dovrebbe esistere tra genitori e figli. Se così fosse non avremmo bisogno di ricordare che luomo nero ha rubato i sogni ai bambini, che qualcuno ha negato loro dei diritti, e così facendo ha perso per sempre la sua umanità. Da qui nasce limportanza di associazioni come lUNICEF e lANPO.
Ironia bonaria, scambi di battute, interventi intensi e molto sentiti per una causa che non può lasciare indifferenti, visto che riguarda linfanzia. In questi toni si è svolto lincontro voluto, tra gli altri, anche dallANPO, sulle violenze e i maltrattamenti che sconvolgono luniverso dei bambini. Una sorta di alleanza globale, come lha definita il Presidente dellUNICEF Dott. Micali. Un contributo, diremmo noi, per portare avanti i propositi dellONU che alla fine di settembre avrebbe dovuto riunirsi in un vertice mondiale sullinfanzia a New York.
Un motivo in più, quindi, per partecipare a questa giornata.
Tra le presenze più acclamate e certamente di maggior interesse cera quella di don Mazzi, il celebre religioso della TV italiana. In maniera molto familiare e accattivante è riuscito a guadagnarsi lattenzione della platea di adolescenti presenti in sala.
Don Mazzi, infatti, si è discostato dagli altri relatori e ci ha omaggiato di un aneddoto significativo e raccontato con un tocco dironia con cui è andato al fondo del problema riuscendo a imporsi in maniera essenziale.
Laneddoto è autobiografico e ritrae don Mazzi quando ancora non era un prete ma solo un educatore, come, ancor oggi, gli piace definirsi. Il motivo che ha spinto lui, ateo dichiarato e vero mangia preti, a prendere i voti è stata la storia di un ragazzo di 11 anni che gli era stato affidato in un istituto di Firenze.
Vittima di uninfanzia fatta di violenze e abusi sessuali a opera del padre, questo adolescente arrivò fino al punto di impugnare un coltello persino di notte, sotto il cuscino, per difendersi dagli altri. Lo stesso con cui squarciò il ventre del padre per sentirsi quasi ripulito di tanta sporcizia.
Una volta venuto a conoscenza della storia, quellateo confesso prese i voti, continuando però a definirsi prima di tutto educatore e solo in un secondo momento prete, più per scelta umanitaria che religiosa.
Certi comportamenti dei ragazzi non sono altro che lo specchio della violenza degli adulti, commenta Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano, le cui parole vanno direttamente al cuore del problema. Nel suo discorso ha parlato infatti di diritti dellinfanzia, come per esempio il diritto di crescere senza fantasmi e senza paure inoculate, a volte, in tenera età dalla famiglia stessa. Ma accanto ai diritti esistono i doveri, il dovere di coltivare la cultura dellinfanzia, di istruire adeguatamente ogni bambino. Per questo cita Freud che, di fronte alla realtà della guerra, elogia Einstein definendolo una persona capace di operare per il bene dellumanità.
Questo è quello che, alla fine, dovrebbe essere un amico dellumanità.
Nella foto in alto, da destra: Professor Rondini (Ordinario di Pediatria a Pavia); Dottor Micali (Presidente dellUNICEF); Don Mazzi; Dottoressa Livia Pomodoro (Presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano); Dottor Giuseppe Bruno (Procuratore della Repubblica di Pavia).
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